lunedì, febbraio 27, 2006

Miwine a Los Angeles insieme a UnionCamere Campania

Mentre io tiferò - come non mi è mai capitato finora - George Clooney per Syriana e Good night, and Good Luck, segnalo la presenza di MiWine e UnionCamere a Los Angeles, a supporto di un'altra nomination, quella che si è guadagnata La Bestia Nel Cuore.
In una 3 giorni che coinvolgerà giornalisti e buyer statunitensi, e gli stessi protagonisti di La Bestia nel Cuore, verranno organizzate degustazioni e altri eventi per promuovere il vino campano a Los Angeles, e al tempo stesso sottolineare l'internazionalità del MiWine nell'edizione 2006.
Con tutti i pareri dubbi circa la manifestazione milanese che ho sentito in giro mentre camaleontica presenziavo a convegni o degustazioni, riusciranno nell'impresa? Se vincerà "La bestia nel cuore", potrà scattare anche quel processo di transfert emotivo per cui tutti i produttori si riconosceranno improvvisamente nel MiWine?
Thumbs up per il vino campano. E per il MiWine... A quanto pare, a parte George Clooney, ho un altro motivo to look forward to the Academy Awards!

venerdì, febbraio 17, 2006

Gli effetti sul vino del "boicottaggio" americano ai prodotti francesi...

Chi si ricorda quando lungo le strade negli Stati Uniti si buttavano litri di vino francese in segno di protesta nei confronti della posizione anti-belligerante della Francia nella guerra in Iraq? E le french fries venivano ribattezzate "Freedom Fries"?
Uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati oggi sul sito di Decanter, ha valutato gli effetti di quel boicottaggio non-ufficiale.
Secondo questo sutdio del National Bureau of Economic Research, questo boicottaggio ha determniato una perdita di 112 milioni di dollari per il vino francese. Questo è il risultato di una diminuzione delle vendite che ha raggiunto picchi del -26% sulle vendite settimanali, con un decremento complessivo del 13% nei sei mesi che hanno seguito l'invasione dell'Iraq.

Foto di Dragan Sasic.

giovedì, febbraio 16, 2006

Opportunità per promuovere i vini in Svizzera?

Apprendo ora da Vinimarket che malgrado il successo di consumatori di un'iniziativa di promozione dei vini svizzeri organizzata in 4 wine bar (a Bruxelles, Berna, Losanna e Ginevra) da SwissWineCommunication, la stessa iniziativa è minacciata da problemi di flussi di cassa da parte della società organizzatrice. Di fatto la società finanziava i 4 wine bar affiché promuovessero e facessero conoscere meglio la produzione locale in tutte le sue sfaccettature. Un progetto che come ho accennato, ha riscosso un buon successo di pubblico, tant'è che altri paesi si stanno già mettendo in fila per subentrare nei finanziamenti ai wine bar, e sfruttare il concept vincente, caso mai la SwissWineCommunication fosse realmente costretta ad abbandonare il progetto.

Secondo dati ICE, la Svizzera è al quarto posto nella graduatoria dei nostri partner più importanti nel settore vino, con esportazioni dirette alla Svizzera pari a 146.239 (valore in migliaia di euro) nel periodo genn-ott 2005, ma con un leggero decremento (-4,47%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

mercoledì, febbraio 01, 2006

Made in Italy come status symbol nei paesi emergenti

E' quanto hanno affermato alla Coldiretti, commentando i nuovi risultati ISTAT sulle esportazioni del vino made in Italy. Spiccano per crescita, infatti, paesi come la Cina (+117%), la Russia (+86,7%) e l'India (+64%), pur rappresentando ancora una nicchia nei mercati di sbocco dei nostri vini all'estero. Alla base ci sarebbero le classi emergenti che chiedono prodotti dal posizionamento medio alto.
Di fatto, tuttavia, la produzione nazionale di vino è destinata per il 72,2% ai paesi dell'Unione Europea (Germania in testa), mentre negli Stati Uniti arriva quasi il 15% delle bottiglie (battendo, sempre secondo Coldiretti) Australia e Francia.
Aumento record del 9,2% delle bottiglie di vino Made in Italy esportate sul mercato mondiale.
"Le esportazioni nazionali di vino sul mercato statunitense" - sottolinea la Coldiretti - "potrebbero peraltro raddoppiare se dagli accordi sul commercio internazionale nell'ambito del Wto a Ginevra venisse anche un chiaro segnale di stop alla "
vinopirateria" e al "falso" Made in Italy", tanto più che negli Stati Uniti, una bottiglia di vino "italiano" su due, è falsa.

Fonte Adv News
Foto di Keith Syvinski
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